Sono nata l’ultimo giorno del ‘63 e sono entrata presto nel mondo del lavoro, continuando
contestualmente gli studi.
Da giovanissima, si era alla fine degli anni ‘70, mi sono avvicinata al movimento femminista, alla Casa delle Donne di via del Governo Vecchio, esperienza che mi ha formata e da cui ho appreso che il patriarcato è insidioso e che è introiettato in noi più di quanto pensiamo.
Il mio percorso lavorativo è iniziato nell’Enel e, appena stabilizzata, mi sono iscritta alla Cgil, diventando prima delegata sindacale e poi RSU. Il ruolo nella contrattazione e di punto di riferimento della Cgil mi ha accompagnata in tutte le mie esperienze sindacali e di vita, da un lato i diritti e le tutele nel luogo di lavoro, dall’altro la necessità di avere sempre dinanzi una visione complessiva.
Nel 2000 vengo eletta nella segreteria regionale della categoria del settore energia, gas e acqua e nel 2008 dopo l’unificazione con chimici e tessili ne divento segretaria generale.
Nel 2010 entro nella segreteria della Cgil di Roma e Lazio, occupandomi di politiche del lavoro e formazione e poi di politiche di sviluppo e coordinando il piano del lavoro per il Lazio, una Regione che, per il mio lavoro sul campo, conosco bene.
Nella mia esperienza confederale ho sempre ritenuto fondamentale il rapporto con movimenti e associazioni, convinta che nessun soggetto sociale sia autosufficiente e ho rafforzato l’idea di quanto ambiente e risorse del pianeta siano un soggetto da tutelare; esattamente quanto una lavoratrice o lavoratore.
Dal 2019 sono in segreteria nazionale della Flai, una categoria con i piedi per terra e la testa nel mondo, come amo sintetizzare e che mi rappresenta come persona e come donna.
Dalla Flai ho appreso, con “il sindacato di strada” che rappresentare significa avvicinarsi alle persone, entrare nelle aziende, scendere nei campi e nei luoghi di lavoro invisibili.
Nei primi giorni di gennaio, uno scossone, la proposta e poi la decisione di accettare la candidatura nella lista di Polo Progressista per le Elezioni Regionali del Lazio.
A convincermi, la precisa richiesta che mi è stata fatta: “alla politica serve aiuto dal mondo del lavoro e dalla società civile per potersi rigenerare, per uscire da logiche e dinamiche distanti dalle persone che hanno perso fiducia”.
Il progetto di Polo Progressista è sostanzialmente quello che auspicavo ma che non intravedevo in nessuna proposta del mondo politico: un progetto ambizioso, non la sommatoria di piccoli pezzettini disuniti e in molti casi contrastanti tra loro.
La costruzione cioè di un nuovo soggetto politico di sinistra aperto ad associazioni, cattoliche e non, ambientaliste, femministe, in contatto con i bisogni delle persone che sono sulle frontiere del lavoro, degli immigrati, della povertà e che abbia l’obiettivo di uno sviluppo sostenibile basato sul lavoro, sulla solidarietà sociale e sul rispetto e la cura dell’ambiente.
Un progetto importante per la Sinistra, per la Regione e per il Paese per ricostruire unità e per contrastare le politiche di destra e populistiche.
La mia sarà una Campagna Elettorale “per strada”, insieme alle persone, sul territorio di una Regione che presenta realtà opposte anche spostandosi soltanto di pochi chilometri.
E’ fondamentale accoglierne istanze, criticità e le tante potenzialità lasciate nell’ombra, cambiare in modo drastico rispetto a quanto fatto finora e farlo elaborando un programma politico rigoroso sui temi del lavoro, della lotta alle disuguaglianze e sull’emergenza climatica.
In dialogo continuo con le persone, aperto al confronto ma fermo con gli altri soggetti
politici circa quanto intendiamo costruire.
Questo il progetto al quale mi metto al servizio.
Lo porterò avanti con tenacia, passione e senso di responsabilità.
Ho sempre pensato che se qualcosa non ci piace dobbiamo fare di tutto per cambiarla.
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